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Nella Francia della Terza Repubblica si realizza compiutamente il superamento degli schemi classici nella pittura, nella scultura, nella letteratura e nella poesia, ed a tale fenomeno viene dato, con particolare riguardo alle arti figurative, il nome di impressionismo. Anche il diritto partecipa a questa esperienza superando l'interpretazione letterale del codice civile (la cosiddetta "scuola dell'esegesi") e proponendo nuove forme ermeneutiche come l'interpretazione storica, sociologica, comparatistica. Questa tendenza, grazie ai suoi principali maestri, Raymond Saleilles e François Gény, si caratterizza per un approccio che afferma e favorisce la libertà del giurista ed il suo affrancamento dal testo della legge e che, per le significative assonanze con l'impressionismo, può ben essere definito come impressionismo giuridico.